“LA MENTE CHE SI INTRAPPOLA”.
Attacchi di Panico
“Era una splendida giornata di primavera, stavo andando a raggiungere i miei amici al mare quando all’improvviso ho cominciato a sentire strane sensazioni che via via aumentavano e travolgevano il mio corpo senza che io potessi in alcun modo fermarle: il mio cuore sembrava impazzito, il respiro sempre più affannoso, la gola chiusa, un sudore freddo avvolgeva tutto il mio corpo; l’unica cosa che sono riuscita a pensare è stato come raggiungere il pronto soccorso più vicino per evitare di morire per strada”.
Il panico è una reazione psicofisiologica, rappresenta la forma estrema della paura e mette a dura prova la sicurezza dell’individuo. Le persone che vivono accanto a chi soffre di attacchi di panico tendono a minimizzare il problema.
Chi ha sperimentato una sola volta l’esperienza devastante dell’attacco di panico comincia a controllare o ad evitare tutte le situazioni che potenzialmente potrebbero scatenare l’escalation della paura; così come tende a rivolgere la propria attenzione all’ascolto dei parametri fisiologici quale il battito cardiaco, il ritmo respiratorio, il senso di equilibrio ed altri nel tentativo di tenere sotto controllo tali spontanee reazioni.
In un mondo in cui i modelli sociali e culturali mutano con estrema rapidità, essere genitore è diventato un mestiere molto più difficile e impegnativo rispetto al passato e a quando tutto “accadeva” in modo assolutamente naturale.